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Ciao Mizio, grazie per aver scritto questa newsletter! Era davvero necessario che qualcuno affrontasse in modo così obiettivo e lucido questo tema.

Ho sempre detestato i fake, ma mi rincuorava pensare che in fondo fossero innocui, visto che la loro visibilità è ridotta ai lettori di Youmark e ai membri delle giurie dei premi pubblicitari.

Questo caso dimostra però che quel muro di gomma che confina il nostro settore all'irrilevanza può essere abbattuto. Ora la mia domanda è: abbiamo la forza e credibilità per farci notare con dei progetti veri e utili, o siamo invece condannati a fare fake e affidarci agli influencer perché diventino virali?

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Il tema dei fake è vecchio come il mondo. Se ne parlava già quando io ho iniziato a lavorare. Quando sono diventato consigliere ADCI con Massimo Guastini li abbiamo combattuti, inutilmente, ma oggi hanno raggiunto un livello ulteriore e persino più fastidioso. Il reale problema dei fake non è tanto che uno prende un premio che non merita quanto che danno della categoria dei creativi l’immagine di personaggi vacui e immaturi. È possibile ancora fare belle campagne rinunciando ai fake? Secondo me, sì, anche se fare belle campagne oggi è più difficile di cinque anni fa, molto più difficile di dieci e molto ma molto più difficile di venti. Ma provarci ancora, proverci sempre, fino allo stremo delle forze, è il motivo per cui fare ancora questo mestiere.

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