Trappola in RSA (The Copycat 10/11).
NELLA DECIMA PUNTATA DI THE COPYCAT, IL MINI-THRILLER PUBBLICITARIO DELL'ESTATE SIAMO ARRIVATI ALLA RESA DEI CONTI. UNA VENDETTA CHE ATTENDE DA PIÙ DI TRENT'ANNI. MA LE SORPRESE NON FINISCONO QUI.
Ciao,
finalmente puoi scoprire il reale movente dell’assasino dei copywriter, ma non illuderti di aver capito tutto: i colpi di scena proseguiranno fino alla fine, e cioè anche nell’episodio della prossima settimana, la puntata conclusiva.
Fra due settimane, invece, tornerò alla pubblicazione normale della mizionewsletter. Ho preparato per te un numero davvero speciale.
Nel frattempo, se hai saltato qualche puntata di THE COPYCAT, non ti preoccupare: puoi rileggerle nella home page della mizionewsletter » QUI «
Oppure puoi dare un’occhiata al riassunto qui sotto.
Nelle puntate precedenti.
Il copywriter Fabio Palombella viene trovato ucciso dall’uomo delle pulizie nei bagni di una multinazionale dell’advertising. L’omicidio ricorda il primo delitto descritto da Giorgio Faletti nel suo libro “Io uccido”: la vittima ha il volto mezzo scarnificato e sopra il corpo c’è scritto con il sangue IO AMAZZO, con una emme sola. Una settimana dopo viene eliminato un altro copywriter famoso, Paolo Giacobino, anche questa volta copiando un altro omicidio letterario famoso, quello scritto da Arthur Conan Doyle (inventore di Sherlock Holmes) in UNO STUDIO IN ROSSO. Infine, la terza settimana, viene trovato ucciso Pietro Allievi sul set dello spot della Xamamina, in una situazione che ricorda ASSASSINIO SULL’ORIENT EXPRESS. A capo delle indagini c’è la commissaria Annamaria Rizzo, soprannominata il Commissario Berni, e figlia di un famoso ex copywriter, Paul Rizzo, che soffre di demenza senile e che ormai riesce ad esprimersi solo con slogan degli anni ‘80 e ‘90. Ma poco prima del terzo omicidio, il Questore Antonino Cirinnà la costringe ad avvalersi della consulenza del profiler Anselmo Facheretti che è convinto che il serial killer uccida per problemi di identità sessuale. Ma alla Commissaria il nome di Allievi ricorda qualcosa: è un vecchio collega del padre. Non potendo chiedere informazioni a Paul Rizzo a causa della sua demenza senile, Annamaria va a trovare lo zio Checco, vecchia conoscenza della pubblicità, che le suggerisce di cercare nel passato dell’SCM, una vecchia agenzia pubblicitaria. Purtroppo la commissaria Berni non fa in tempo ad approfondire la sua ricerca che viene ucciso il quarto copywriter, Marco Laccio. Questa volta direttamente a casa sua, mandando in panico tutto il settore dell’adv perché adesso i copy sanno che non sono al sicuro nemmeno con lo smart working. Finalmente la fortuna arriva in soccorso delle indagini: Ludovico Angeloni, il CEO della MPP, e cioè l’agenzia dove è stato trovato ucciso Fabio Palombella, ha trovato la bozza di una mail dalla quale si evince che l’assassino frequenta l’agenzia. Annamaria però ha bisogno di riflettere davanti allo spettacolo naturale del Golfo dei Poeti prima di capire che l’assassino potrebbe essere l’uomo delle pulizie. E, soprattutto, che suo padre potrebbe essere in pericolo: potrebbe diventare il quinto copywriter assassinato.
Trappola in RSA.
L’uomo delle pulizie procede a pulire lentamente e nessuno gli fa caso. Nessuno gli ha mai fatto caso. È come un lieve rumore in sottofondo, un dettaglio trascurabile in un panorama più vasto e interessante. Le infermiere e gli ausiliari socio-sanitari gli dedicano la stessa importanza delle traverse e dei cateteri accatastati sopra il carrello che portano in giro per l’RSA. E lui procede con il suo spazzolone, lento ma inesorabile come la morte, consapevole della sua capacità mimetica. Perché nessuno si cura di lui e se anche qualcuno dei dipendenti della struttura lo guardasse, non si renderebbe conto che non è la stessa persona che di solito fa le pulizie la sera.
Lo spazzolone avanza lento come la lancetta dei secondi dell’orologio nel corridoio, che inesorabilmente segna il tempo fino alla sera, quando la struttura inizia a svuotarsi. Le infermiere del turno di giorno hanno già smontato e il personale si è ridotto. La ragazza che deve fare il turno di notte al secondo piano controlla che tutto sia a posto, poi si ritira nella stanzetta che occuperà fino alla mattina dopo, apre il libro che si è portata da casa, convinta che lo chiuderà solo in caso di emergenza. Anche lei non fa caso all’uomo delle pulizie che incede verso le stanze in fondo al corridoio, gli dà solo un’occhiata di sfuggita, con la coda dell’occhio, poi torna a immergersi nella lettura dell’Amica geniale, il romanzo di Elena Ferrante.
L’uomo delle pulizie si ferma davanti alla porta della stanza 313. Per la prima volta smette di spazzare, si alza in posizione eretta e stringe forte il manico dello spazzolone. Dalla rabbia con cui stringe il legno le sue dita diventano bianche . Inspira profondamente un paio di volte, prende lo straccio per lavare per terra e lo passa davanti alla porta. Solo in quel punto preciso, come se volesse segnare un territorio. Dopodiché prende un cartello giallo di plastica e lo appoggia sopra le mattonelle. Nel cartello c’è scritto ATTENZIONE - PAVIMENTO BAGNATO e c’è la figura di un omino che scivola ma, visto da un'altra prospettiva, potrebbe sembrare un cadavere sulla scena del crimine. Pasquale Pescetto sorride della macabra coincidenza.
Paul Rizzo è sdraiato sul letto, al buio, ma ha gli occhi aperti e fissa il soffitto. Non dorme, come tutte le notti, e sembra inseguire pensieri che diventano sempre più difficili da raggiungere. È talmente concentrato sulla sua inutile occupazione notturna che non si accorge che la porta della sua stanza si sta aprendo. All’inizio si tratta di un piccolo spiraglio di luce, ma la fenditura si allarga fino a lasciare lo spazio sufficiente affinché una figura furtiva in controluce riesca a entrare. Se Paul Rizzo smettesse di guardare il soffitto e iniziasse a guardare il misterioso ospite, si accorgerebbe che indossa un camice, lungo, che non è bianco come quello dei dottori ma è di un blu slavato. Ma Paul Rizzo, invece, continua a ignorarlo e a guardare il soffitto.
La figura scura si avvicina sempre di più al letto, fino ad arrivare a un metro dal vecchio copywriter. Si ferma e infila la mano dentro la tasca. Tira fuori un oggetto e lo porta davanti al volto. Poi si mette a maneggiare qualcosa febbrilmente con le dita, l’oggetto produce un flebile suono e illumina il viso di Pasquale Pescetto, l’uomo delle pulizie. Dice ad alta voce: – sei un giallista. Raccontami un modo per uccidere un uomo in un ospedale, – l’uomo fissa il monitor del suo smartphone per un minuto, poi sorride, e dice fra sé, – bene, adesso ho tutto quello che mi serve.
Pasquale Pescetto rimette il telefono dentro la tasca del camice e tira fuori un bisturi che ha rubato dalla sala delle infermiere. Lo porta davanti al volto di Paul Rizzo per farglielo vedere, ma Paul Rizzo non lo guarda: ha ancora lo sguardo fisso al soffitto, come se fosse in uno stato catatonico e non si fosse accorto della presenza mortale nella stanza. L’uomo delle pulizie cerca di catturare la sua attenzione, vuole vedere il terrore nei suoi occhi, così gli rivolge la parola: – il grande Paul Rizzo, o almeno quel che ne rimane, una volta eri un grande copywriter ma adesso sei ridotto a un povero demente.
Il vecchio pubblicitario continua a ignorarlo. Pasquale Pescetto insiste: – ricordo che eri un grande lettore, chissà se hai letto anche il libro che descrive la tua morte. Vuoi sapere il titolo? È delitto in manicomio di Jonathan Latimer, uno di quei romanzi con protagonista l’investigatore privato Bill Crane.
Paul Rizzo continua a tenere lo sguardo vitreo inchiodato al soffitto, non tradisce nessuna reazione. Solo un attento osservatore, e solo se non ci fosse così buio dentro la stanza, si accorgerebbe che una lacrima, impercettibile, sta scendendo dal suo occhio destro. Perché nonostante il grave declino cognitivo, il vecchio copywriter una cosa l’ha capita: sta per morire. Il serial killer di pubblicitari quella lacrima non la vede, per cui insiste a torturarlo: – ho due possibilità, pugnalarti o soffocarti, ti chiederei cosa preferisci ma sembra che tu non sia in grado di rispondere.
La totale mancanza di reazioni della vittima inizia a innervosire Pasquale Pescetto. È probabile che le altre vittime abbiano urlato, pianto, implorato di essere risparmiate, Paul Rizzo invece sembra un pupazzo privo di vita abbandonato sopra un letto. Che gusto c’è a uccidere un uomo così?
– Tu mi hai rovinato la vita, – sibila l’uomo delle pulizie con un tono di voce tale da essere udito da Paul Rizzo, ma non abbastanza alto da farsi sentire dall’infermiera di turno nella stanza dall’altra parte del corridoio, – tu e tutti gli altri, che siate maledetti! – e picchia un pugno sopra il materasso facendo sobbalzare il corpo immobile del vecchio. – Sai quanti colloqui ho fatto in SCM? Sai quanto mi sono impegnato per garantirmi il futuro che meritavo? Eppure per te, per tutti voi, non avevo abbastanza talento per fare il copywriter, secondo voi ero un cane, che non sapeva neppure scrivere in italiano. E ti ricordi cosa mi hai detto il giorno del mio colloquio, trent’anni fa? “Se proprio vuoi entrare in un’agenzia di pubblicità, l’unico modo per te è di entrarci come uomo delle pulizie!” Ebbene, ho seguito il tuo consiglio, ma non c’è stato giorno in cui non ho pensato di fartela pagare!
La rabbia di Pasquale Pescetto arriva all’apice. Non ha più bisogno di scegliere se soffocare o accoltellare Paul Rizzo, perché il suo istinto ha scelto per lui. Alza il braccio con il bisturi verso l’alto e lo scorcio di luna che entra dalla finestra della camera fa scintillare la lama per un istante.
– Sfrizzola il velopendulo! – urla Paul Rizzo all’improvviso.
L’uomo delle pulizie si blocca per un istante, non tanto perché sorpreso dalla reazione della vittima ma perché si chiede se quel vecchio claim appartenga a Ferrarelle oppure a Golia Bianca. Quell’attimo di esitazione gli è fatale. Pasquale Pescetto sente qualcosa che gli blocca il polso destro e poi un dolore lancinante al costato. Quel qualcosa misterioso gli ha dato una ginocchiata su un fianco.
L’uomo delle pulizie ora giace a terra e respira a fatica, sicuramente ha una costola rotta. A causa del dolore improvviso ha mollato la presa sul bisturi che un piede calzato da un anfibio nero ha calciato lontano. Cerca di comprendere cosa sia successo. Vede un paravento in un angolo della stanza e capisce. Quella donna, il commissario Berni, era nascosta lì dietro ad aspettarlo e l’ha colpito alle spalle quando stava per uccidere il vecchio copywriter.
Annamaria gli lega le mani dietro la schiena con dei lacci di plastica procurandogli ancora più dolore, poi prende il suo telefono e chiama i rinforzi. Solo dopo si rivolge al padre: – scusa pa’, ma prima di intervenire dovevo scoprire perché uccideva.
E adesso lei lo sa, deve scoprire solo con chi fosse Pescetto prima al telefono.
Paul Rizzo distoglie finalmente lo sguardo dal soffitto, la fissa negli occhi e, per la prima volta da anni si esprime senza usare vecchi slogan. Dice semplicemente: – stronza!
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Chi sono.
Mi chiamo Mizio Ratti e faccio il copywriter da più di trent’anni.
Se questo non ti basta posso aggiungere che attualmente sono Direttore Creativo e Partner di due agenzie di comunicazione: Enfants Terribles e Hallelujah. Se poi hai un carattere stalker e vuoi saperne tutto su di me puoi trovare molto di quello che mi riguarda qui: linktr.ee/mizioblog