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Apr 27, 2023·edited Apr 27, 2023Liked by Mizio Ratti

Ottima analisi sia sulla campagna Open to Meraviglia che su Fernovus Saratoga, così paradossale che la adoro.

Una considerazione su Open to Meraviglia: penso che, se ci fosse stata una gara (ma non lo so) Armando Testa avrebbe comunque vinto a mani basse per il suo "curriculum". Quante agenzie italiane sarebbero state in grado di gestire un simile budget a livello internazionale?

Di certo, sempre se ci fosse stata una gara, i creativi delle agenzie rivali hanno deciso di cambiare mestiere, di sfondarsi di alcol e droga dopo aver visto la creatività vincente.

Ma fa parte del lavoro.

Di gare ne ho perse anche io. E a volte contro campagne che rispetto a Open to Meraviglia non sarebbero entrate neanche nella speciale short list della bruttezza e della banalità pubblicitaria. 🙄

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Apr 29, 2023Liked by Mizio Ratti

Ciao Mizio, secondo me il vero problema della campagna Open to Meraviglia non è tanto l’esecuzione quanto la presunzione. Credere che per lanciare il profilo social del Ministero del Turismo italiano possano bastare quattro foto che potrebbero andar bene al massimo per decorare il cartone della pizza. Pensare che un visual da campagna stampa possa funzionare sui social. Sostenere che un influencer possa autoproclamarsi tale e che non siano gli utenti a riconoscerli quel ruolo. E infine montare una case e venderla come un contenuto pubblicitario. Questa campagna dimostra che tutta la nostra industry, di certo non solo l’Armando Testa, abbia bisogno di un bella dose di umiltà. Perché, per arrivare alle persone, bisogna smetterla di pensare che le nostre idee siano irresistibili e iniziare a dare loro qualcosa che possa essergli veramente utile.

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Grazie grazie grazie

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